Afferrare il timone della propria coscienza

08 Aprile 2021

L’insoddisfazione, quella sensazione di non appagamento, nasce dal vedere i propri desideri deviati dalle imposizioni della società. Le cosiddette privazioni-necessarie a fronteggiare la pandemia- appaiono ad alcuni insopportabili per un motivo chiaro: l’aver fatto scelte non in linea con quello che realmente sono. Convenzioni, automatismi, tappe da raggiungere, ambizioni ecc., non sempre ci appartengono. Sono frutto della società, d’imitazione, di insicurezze, dell’inconsapevolezza di sé che fa spesso prendere percorsi che, una volta afferrato il timone della propria coscienza, non si riconoscono.
Le persone sono insoddisfatte perché non si conoscono. E senza quella pioggia incessante di stimoli frivoli, che distrae da giornate che sembrano tutte uguali e da ciò che siamo, alcuni sono entrati in crisi. La pandemia ha messo alcune persone di fronte allo specchio , non più appannato.
L’unica cosa, secondo me, a cui è difficile abituarsi è la rinuncia all’essenziale: una carezza, un bacio, una chiacchierata spensierata guardandoci in faccia. Cose che davamo per acquisite, a cui molti non davano peso. Anzi si usavano i dispositivi tecnologici anche quando potevamo farne a meno. Gli eccessi della ‘vecchia società moderna’ andranno smussati, molti eliminati, per far in modo di non trovarci mai più obbligati a rinunciare all’essenziale per colpa della smania del superfluo.
Per dirla con Hesse:

”Dopotutto chi se ne frega della società, del buon nome, con un po’ di filosofia tutto diventa rinunciabile, ridicolo, inessenziale.”

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