"Chiara pensava di potersi fidare di Andrea, ma fidarsi di chi si pensa di conoscere può rivelarsi un passo falso."

Inganni

Il libro Inganni parla di relazioni umane e dei sentimenti che le governano, fra cui falsità in tutte le sue aberranti sfaccettature. Attraverso i personaggi si analizzano i labirinti insidiosi dell’anima umana e si svela come vengono viziate le giornate, deviati i pensieri, alterate le azioni, falsate le parole delle persone dalla non verità e dall’inganno. Inganno di cui il rapporto di Andrea e Chiara, coppia attorno a cui ruota la narrazione, è impregnato. Ma c’è anche la verità. Luce abbagliante ed invisa a molti, troppi uomini, che impongono, a chi gli è a fianco, il peso delle loro menzogne, delle loro maschere, di quello che sono e non sono, il peso di quello che non provano, il peso della loro freddezza. La verità è qui veicolata tramite gli amici Al, Etta e Cincin che hanno il coraggio di dirla, anche se, come sappiamo, chi la dice è considerato matto. Loro, invece, l’abbracciano, l’assaporano, la seguono: sono quello che sono e quello che appaiono. Semplicemente sono fedeli alla loro natura, alla loro coscienza, levandosi ogni tipo di maschera, anzi non mettendola mai. Maschera che si squaglierà, insieme ai suoi segreti, sui bei lineamenti di Andrea grazie all’impietoso raggio della verità da cui verrà inchiodato. La verità non la puoi ingannare, fregare, non è flessibile, non la si può cambiare per convenienza e non è adattabile alla propria coscienza. Qualunque cosa l’uomo faccia per nasconderla fra le pieghe della sua anima buia e agli occhi ingenui di che gli crede, verrà a galla. Andrea, l’architetto della bugia, non lo sapeva. Aveva sbagliato i suoi calcoli, ma chi non è abituato a dire la verità non può conoscerne la forza. Chiara, sua compagna offuscata dal sentimento, sarà obbligata ad assaggiarla ed imparerà ad usarla velocemente a suo vantaggio. Lei pensava di potersi fidare di Andrea, ma fidarsi di chi si pensa di conoscere può rivelarsi un passo falso.

Nella narrazione si evidenzia come Etta, personaggio fondamentale del libro, capisca che di non aver bisogno di far parte di una coppia per percepirsi completa. Impara a non dare il potere ad un uomo di renderla felice o infelice, sbaglio che si commette spesso. Perché comprende che la felicità è lei: “Provare a colmare il vuoto sentimentale con un altro vuoto, la relazione ipocrita con una persona incapace di amarci per quello che siamo, può diventare un gioco rischioso. Amare non significa rimetterci in dignità. Sottrarre una parte dell’affetto che nutriamo per noi per darlo a qualcun altro è un magnifico atto di generosità, deve valerne la pena. Impelagarsi in una situazione, magari facendo giochi d’illusionismo per nasconderci la vera natura di chi abbiamo a fianco (gioco che piace molto alle donne ), è una fatica inutile. Non mi va più di vedere la mia anima saccheggiata, la mia buona fede umiliata da persone che non sono all’altezza nemmeno dei miei insulti. Quindi la condizione di single non mi spaventa.” Dice Etta nel libro.

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Biografia

Che dire di me? Sono a tutti gli effetti una creatura umana, ahimè. Sono un esemplare di giovane trentenne. Faccio parte della generazione dei nati negli anni 80. Generazione in balia di una società incapace di valorizzarla. Tecnicamente giovani adulti intrappolati in un’eterna adolescenza. I famosi Millenials: quelli che lasceranno il segno di chi non ha avuto la possibilità di lasciarlo. Di quale sesso? È inutile e non avrebbe senso specificarlo. L’umanità veleggia a velocità incredibile verso un unico sesso. Il famoso lato maschile e femminile in ognuno di noi sono fusi: le specificità di un sesso trasbordano nell’altro.

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